© Gaetano Miceli
Seguire le seguenti norme redazionali:
Font: Times New Roman 12, testo giustificato.
Margini: tutti 3 cm, a sinistra 3,5 cm
Interlinea: 1,5
Titolo: centrato in grassetto maiuscolo, font 14, seguito da due interlinee in bianco; Esempio:
CAPITOLO 1
I MODELLI DI DIFFERENZIAZIONE
Titolo dei paragrafi: allineato a sinistra, in grassetto normale, font 12, senza interlinee in bianco successive; Esempio:
1. I modelli adattivi di differenziazione
Titolo dei sottoparagrafi: allineato a sinistra, corsivo, font 12, senza interlinee in bianco successive; Esempio:
1.1 Il modello di Levitt
Inserire i numeri di pagina.
Figure e Tabelle
Numerare figure e tabelle; figure e tabelle devono avere un titolo riportato prima delle stesse; se la figura/tabella deriva dal lavoro di altri è necessario citare gli autori nel titolo - es.: Figura 1: Il modello della catena mezzi-fini (Gutman, 1982); se la figura/tabella deriva dal lavoro di altri, ma è stata modificata in una o più parti, è necessario specificare, ad esempio riprendendo l’esempio precedente: adattato da: Gutman, 1982); se la figura/tabella deriva da un propria elaborazione, è necessario specificare: (ns elaborazione). Ogni figura/tabella riportata deve essere richiamata nel testo prima che la figura/tabella venga presentata; ad esempio “La tabella 2 mostra l’andamento delle vendite nel 2008…”. Evitare di chiudere paragrafi o sotto-paragrafi con una figura o una tabella.
Riferimenti bibliografici nel testo
Ogni qual volta si riportano modelli, idee, evidenze, analisi, ecc. di altri è necessario inserire una citazione nella forma tra parentesi (Cognome autore, Anno); se si tratta di due autori: (Cognome Autore 1 e Cognome Autore 2, Anno); se si tratta di tre autori: (Cognome Autore 1, Cognome Autore 2 e Cognome Autore 3, Anno); se si tratta di quattro o più autori: (Cognome Autore 1 et al., Anno); se si riportano frasi esatte da una fonte si riportano tra virgolette, in corsivo, e alla fine si aggiunge il riferimento bibliografico come indicato prima, aggiungendo, dopo una virgola, l’indicazione della pagina da cui si è tratta la citazione.
Riferimenti bibliografici
Tutti i riferimenti bibliografici citati nel testo devono comparire nella bibliografia che seguirà le seguenti regole.
Libri: Autore (anno), Titolo, Editore, Città.
Esempio: Costabile M. (2001), Il capitale relazionale, McGrawHill, Milano.
Articolo: Autore (anno), “titolo dell’articolo”, Nome della Rivista, volume (numero), pagine.
Esempio: Hirschman E., Holbrook M.B. (1982), “The experiential aspects of consumption: Consumer fantasies, feelings and fun”, Journal of Consumer Research, vol.9 (2), pp.132-140.
Ulteriori regole
- L’unità di correzione minima è il capitolo. Non è consentito richiedere la correzione di paragrafi. Ogni volta che si consegna un capitolo, è necessario consegnare anche l’indice della tesi e la bibliografia.
- Prima di scrivere un capitolo teorico, leggere attentamente tutto il materiale a disposizione organizzando gli articoli/libri letti e sintetizzarli in appunti, note, schede sinottiche.
- Per strutturare i capitoli teorici, identificare una chiave di lettura dei diversi contributi presenti, suddividendo, ove possibile e consigliabile, i vari paragrafi in sotto-paragrafi. Una chiave di lettura degli studi sulla customer satisfaction potrebbe basarsi sul tipo del contributo (teorico o misurazione) e sulla prevalente natura assunta per il concetto (cognitivista vs. affettivo). Una volta identificata e giustificata questa chiave di lettura è possibile creare i paragrafi: gli studi teorici di natura cognitivista; gli studi teorici di natura affettiva; gli studi sulla misurazione di natura cognitivista; gli studi sulla misurazione di natura affettiva.
- Prima di iniziare a scrivere un capitolo, per ogni paragrafo definire i contenuti e soprattutto l’ordine dei contenuti; senza un “piano” del singolo paragrafo si rischia di “ammassare” contenuti slegati e poco coerenti tra loro.
- Prima di consegnare un capitolo, rileggerlo attentamente per correggere gli errori di ortografia, dimenticanze, ecc. Ancor più utile può essere chiedere a un conoscente con buone conoscenze della lingua italiana di rileggere il capitolo e segnalare aspetti non chiari, errori, ecc.
- Soprattutto nei capitoli teorici di rassegna, non è ammissibile che non ci siano riferimenti bibliografici nel testo per lunghi periodi. In un capitolo di rassegna non si inventa niente, bensì si riporta e descrive il lavoro di altri che devono essere citati nel testo. Verificare quindi che siano riportati nel testo (come indicato nei punti precedenti) gli opportuni riferimenti bibliografici.
- Non fare traduzioni letterali dall’inglese. Si tratta di una lingua con una struttura completamente diversa dall’italiano e fare traduzioni letterali non aiuta bensì aumenta i tempi di correzione.
- Nel riportare studi precedenti, bisogna essere chiari e precisi; evitare forme “una ricerca ha studiato che…”, bensì riportare “Morgan e Hunt (1994) hanno analizzato il legame tra...”
- In ogni frase verificare che ci sia un soggetto; evitare forme del tipo: “L’atteggiamento rappresenta un giudizio globale su un determinato oggetto di valutazione. È misurabile tramite…”; scrivere invece “L’atteggiamento rappresenta un giudizio globale su un determinato oggetto di valutazione ed è misurabile tramite…”; oppure “L’atteggiamento rappresenta un giudizio globale su un determinato oggetto di valutazione. L’atteggiamento è misurabile tramite…”. Un errore molto comune è quello di separare con una virgola il soggetto della frase dal verbo: evitare, quindi, di scrivere: “L’atteggiamento, rappresenta un giudizio globale su un determinato oggetto di valutazione.”
- Stile: evitare di strafare, con frasi molto lunghe di cui si perde facilmente il senso ed è più facile commettere errori e ripetizioni. Scrivere in modo lineare e semplice, usando la vecchia, sana sequenza “Soggetto + verbo + oggetto”.
- Evitare espressioni del tipo “…altro non è che…”, ma preferire direttamente “è”.
- Usare con cautela le frasi incidentali, riportandole tra due virgole o tra due trattini. Evitare che in un periodo ci sia più di una frase incidentale.
- Stampare i capitoli fronte/retro: risparmiamo carta e alberi.
- Cercare di evitare il più possibile verbi generici come fare, dire, vedere; usare verbi più adatti e specifici come proporre, descrivere, analizzare, mostrare; Esempio: evitare “Rokeach dice che …”, bensì “Rokeach propone che …”; evitare “La figura 2.1 fa vedere come…”, bensì “La figura 2.1 mostra…”.
- Andare a capo solo quando si finisce un discorso e se ne apre un altro.
- Non usare la prima persona e quindi un approccio “giornalistico”. Usare invece forme impersonali. Evitare quindi forme del tipo “Penso che la teoria ELM sia…”, o “vediamo che…”; bensì usare “È possibile ipotizzare che la teoria ELM…”, oppure “è possibile osservare che…”.
- Usare la “d” eufonica solo quando la stessa vocale compare alla fine e all’inizio di due parole adiacenti. È corretto “ad altri”, evitare “ad eccezione”.
- Alla fine dei punti-elenco lasciare sempre un rigo vuoto.
- “Dove” è avverbio di luogo! Non utilizzare “dove” come parola magica che sostituisce “il quale”, “in cui”, “per cui”, per la quale”, ecc.
- Usare la parola “impresa” invece di “azienda”, a meno di riferimenti “ragionieristici” o giuridici; usare “marca” e non “marchio”, a meno di riferimenti giuridici.
- Per “prodotto” si intendono sia beni che servizi. Usare quindi “prodotti” oppure “beni e servizi”, ma non “prodotti e servizi”.
- “Il quale”, “la quale” andrebbero usati con riferimento a persone; se ci riferisce a oggetti, concreti o astratti, è preferibile “che” come pronome relativo.
© Gaetano Miceli